venerdì 7 dicembre 2012

Banchieri senesi: fra li compagni palesi et li ladri occulti

Siena, Biccherna: Il pagamento dei salariati del comune. (1400)
Informatissimo, curioso e, me lo consenta, anche divertente, il saggio di Sergio Tognetti sui banchieri senesi del '400 nel quale mi sono imbattuto poco fa per pura serendipità.
Questa la pagina del Dipartimento di Storia dell'Università di Siena con il link al testo.

Di seguito il brano da cui trae origine il titolo («Fra li compagni palesi et li ladri occulti» Banchieri senesi del Quattrocento, Estratto da “Nuova Rivista Storica” , LXXXVIII (2004), pp. 27 - 102)
"[Achille Petrucci] era certamente un uomo dotato non solo di una notevole  cultura, ma  anche di uno straordinario caustico sarcasmo. Nella lira del 1478, probabilmente per ottenere una tassazione più lieve del dovuto, sottoscrisse, in una grafia estremamente curata ed elegante, una delle più pittoresche ed enfatiche dichiarazioni fiscali quattrocentesche che mi sia capitato di leggere."

Traffichi non ho più di alcuna ragione perché li mei compagni mi hanno ditrafficato et anco le preste e maxime Francesco Bertini e figli et con loro non posso havere achordo alcuno. Dicono dovere avere da me et continue già due anni ho havuti et ho al presente più richiami adosso per li facti loro, pur stimo havere qualche ragione et actione contra loro et contra li figli di Nello Cinughi et Bonaventura di Checho Colombini et contra altri mei debitori, ma poca stima se ne può fare. In prima ho havuto già anni XII et ancora ho uno grave incarico de la lira vechia presente, perché fui troppo iniustamente gravato, perché la lira nostra soleva essere da le £. 2000 in 4000 et ad un tracto fui balzato ad £. 9100, non so stimare per quale ragione.

Non mi pare che la vita mia et li portamenti mei sieno stati tali in Sena che meriti questa sopra soma. Dio perdoni ad chi ne furo auctori se vuole che ne portano grave incarico a la conscientia et anime loro o vivi o morti che sieno. Io lo ho portato a l’anima e al corpo, perché mai poi che hebbi questa dishonesta graveza non ho havuta la mia quiete del animo, né quel gaudio et contento di questo reggimento che havevo prima. È ben vero che in quel tempo mi trovavo havere due compagnie in due banchi, cioè con Nello Cinughi et Bonaventura Colombini e compagni et con Ugho Berti e Francesco Bertini e compagni di f. 2000; et dei ne le mie scripte di havervi come era lo vero per mei capitali f. 1000 di £. 4 per f. per una; et perché per li altri cittadini comunamente si nascondono una parte de’ loro capitali non fui creduto et fui allirato per opinione come havete inteso, perché li bugiardi son cagione che ad chi dice el vero non si crede come scripse sancto Hieronymo mendaces faciunt ut vera dicentibus non credatur.

Hora ad ciascuno può essere noto che li mei banchi so’ spacciati e adnichilati et andati in fumo come la archimia et non ho possuto trarne de’ capitali se non certe decte intrighate et dipente et ancho quelle non posso havere tutte, per modo che, in fra li compagni palesi et li ladri occulti che mi robbono hora so’ tre anni grossamente et hora li danni de la guerra et le preste paghate, so’ rimasto disfacto et privato di ogni migl[i]oramento di robba che Dio mi haveva data et più non posso supplire né resistere a li bisogni che occorrono e maxime a le preste. Né mai più poi che fui grande mi trovai senza alcuno denaio et che peggio e con debito se non al presente; et chi non lo crede lo possi provare lui e in ogni modo sarà ogni dì più chiaro e noto ad ciascuno.

A le Signorie Vostre mi raccomando et quelle pregho che mi reduchino al mio debito et conveniente peso et in qualche parte mi restorino del passato. 

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