domenica 8 luglio 2012

Un gelato al Bar Lume


Marco Malvaldi e i gialli del Bar Lume.

Dei tre romanzi della serie che ho letto (La briscola in cinque, Il gioco delle tre carte, Il re dei giochi) "Il gioco delle tre carte" è sicuramente il più divertente. Già il fatto che li abbia letti uno dopo l'altro è insolito per le mie abitudini di lettura e li rende quindi 'particolari'.
Le storie ruotano attorno a un numero ristretto di personaggi: 4 vecchietti, clienti fissi del Bar Lume, Massimo il 'barrista', Tiziana la dipendente part-time e il dottor Fusco, un semi-ottuso commissario di polizia. Ambientati in un paesetto di mare a poca distanza da Pisa, le vicende si snodano su trame molto esili (c'è il morto, ovviamente!): la parte veramente spassosa è costituita dai dialoghi in pisano tra gli anziani avventori e dagli sfottò di cui son vittime più o meno tutti quelli che passano a portata delle loro linguacce. Alcune battute sono fulminanti.
La filosofia di Massimo, il 'barrista', matematico prestato alla somministrazione di caffé e cappuccini, viene fuori altrettanto spesso dalle pagine dei libri, rendendoli una miscela gustosa e dilettevole.
Il gioco delle tre carte l'ho letto in poco più di tre ore, durante la notte, sghignazzando tra me e divertendomi come un bambino (sarà forse anche perché a Pisa ci sono vissuto deci anni e quindi le voci dei dialoghi e delle battute mi risuonavano familiari); sono libri da leggere la mattina al mare, in attesa dell'ora del bagno o la sera, sul terrazzo, al fresco, con qualche bibita a portata di mano e la pelle che brucia per un tentativo di abbronzatura troppo veloce.

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