venerdì 15 giugno 2012

Chinesi di Cielo, di Terra di Siena e di Mare

Non stanno mai fermi, neanche un momento.
Domattina (sabato) alle 10 GMT il vettore Grande Marcia II lancerà la capsula Shenzhou 9 con tre taikonauti a bordo, fra cui una donna, a orbitare intorno alla Terra per effettuare delle manovre di docking.


Per dominare anche i mari, in questi giorni il batiscafo Jiaolong sta tentando, con immersioni successive sempre più in profondità, di arrivare ai 7000 metri della fossa delle Marianne con a bordo tre talassonauti. [qui la fonte]

Ma anche Siena non rimane fuori dalle loro mire di espansione.
Da alcuni mesi molte decine (centinaia?) di studenti chinesi affollano la città: li vedete sugli autobus, sulle scale mobili dell'antiporto, in bicicletta nel piazzale antistante la stazione. Su quella pavimentazione così malfatta che chiunque ci passi con una valigia, una borsa della spesa o, ancor peggio un trolley, stramaledice; su quel percorso che è cento volte peggiore di un pavé, adesso scorrazzano asiatici in bicicletta senza alcun rispetto per gli indigeni usi a transitare, con difficoltà e barcollando sulle pietre volutamente e sadicamente non squadrate.
Tutti questi giovani asiatici, oltre ad andare avanti e indietro sulle scale mobili o riversarsi nel supermercato lì vicino, affollano le sale di lettura della biblioteca dell'Università per Stranieri: studiano in continuazione, come pazzi, compulsando i loro traduttori elettronici e gran volumoni di grammatica italiana; ogni tanto, stremati, attivano le sveglie dei loro dispositivi elettronici e si addormentano, le braccia sui tavoloni, le teste appoggiate sulle braccia, come bambini esausti per i troppi giochi, pronti però a riprendere l'estenuante lavoro intellettuale non appena lo snooze elettronico (a vibrazione) li porta di nuovo in vita.
Avrò visto male o stasera, in cima a viale Bandinelli, un'asiatica, seduta di fronte ad un cavalletto, immortalava su una tela la vista della città dall'alto nelle luci aranciate di un imminente tramonto?

Una nota: i taikonauti, alla conferenza stampa, non hanno salutato col pugno chiuso ma con un'agitare di mani come tanti principini sdegnosi.

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