giovedì 31 maggio 2012

Il Ministero

...una casta chiusa di piccoli borghesi degenerati e miserabili, sordi e ciechi e insensibili a tutto se non ai loro piccoli bisogni, alla loro omertà, ai loro intrighi talmente meschini e microscopici da riuscire incomprensibili.
Il Ministero è una specie di tempio, dove si adorano e perfezionano i vizi più abbietti, i tre piú desolati peccati mortali: la pigrizia, l'avarizia e l'invidia. Sono i tre vizi propri di quella piccola borghesia incapace, che cerca, insieme, sicurezza e dominio,
- che è pigra perché non sa far nulla, non sa adoperare le mani, e neppure la mente, e qualunque lavoro le è difficile e perciò sgradevole, faticoso, impossibile;
- che è avara perché è povera e pretenziosa;
- che trova nell'invidia il solo compenso alla propria miseria: nell'invidia piú totale, penetrata dappertutto, come un veleno che circoli nel sangue.
Tutto questo è tenuto insieme da un potente spirito di casta, da un legame stretto come quello della camorra e della mafia.
Li vedeste, quegli esseri, seduti sulle loro sedie, davanti alle loro scrivanie, a far nulla, materialmente nulla, neanche a leggere il giornale, per ore e ore, con gli occhi imbambolati, in una specie di estasi d'ozio o forse di mistica compenetrazione con la vuota idea dello Stato.
Vedeste quelle loro facce, terribili, feroci nella loro piattezza.
Sono un muro intonacato, e noi tutti ci battiamo contro, e non riusciamo a buttarlo giú.


da: Carlo Levi, L'Orologio [1950]
Impaginazione ed enfasi sono mie.


via: Libriaco

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