mercoledì 10 agosto 2011

La patrimoniale

Mi sono svegliato dal pisolino post prandiale (non una necessità, ma la risposta al tedio di un pomeriggio che si era annunciato afoso e caldo ma poi si è trasformato nel grigiore di un'inutile e incerta nuvolaglia), mi sono svegliato con due idee ben precise, anzi, una idea e una preoccupazione.
Quando si riprende conoscenza dopo un'oretta di sonno, i primi pensieri sono confusi, irrazionali; restano legati alle ultime cose fatte o ascoltate prima di addormentarsi o si sviluppano seguendo i vaghi sogni che si sono presentati; una delle due cose a cui ho pensato sono state le mele in gabbia. C'è della pasta sfoglia in frigo, ho della marmellata di albicocche, qualche mela, un pizzico di pane grattato per legarle lo trovo... potrei prepararmi una merenda golosa. Tanto non fa troppo caldo e accendere il forno non mi cambierà certo la vita.
Dell'esistenza delle mele in gabbia ho appreso da non molto (ammetto la gravissma lacuna) e come spesso mi accade, da un libro, un racconto di Maupassant, Il Vecchio. Dopo qualche ricerca in internet e un paio di prove ho consolidato la mia ricetta; dal fatto che mia moglie ne mangi senza commentare deduco di aver raggiunto un buon livello.
L'altro pensiero che mi vagava per la testa al risveglio era, come dicevo, una preoccupazione. Quanto ci metterà il governo a decidere una patrimoniale? Ormai ce l'aspettiamo, altro non possono fare.
Nel dormiveglia ho pensato: e cosa succederebbe se la patrimoniale la mettessero, invece che sulle proprietà o sui conti correnti, sui libri?
Mi rovinerebbero, senz'altro: altro che gli 11.000 euro trovati in casa di Penati e di cui gli si chiede rendiconto: se un finanziere venisse qui a fare una ispezione anche solo visiva, una valutazione un tanto al metro, saremmo rovinati. E' vero che, grazie alla separazione dei beni, potrei addossare la proprietà di gran parte dei volumi che ci circondano alla mia colta metà, potrei sostenere che io quasi non so leggere e che mi limito a sfogliare qualche libro di informatica, ma i libri di informatica, anche se non molto numerosi, sono però costosissimi...
Dio non voglia che qualche bell'ingegno faccia uno scherzo del genere!
Se invece seguiranno la prassi, poco male, ci troveranno ben poco: i soldi mica li teniamo in banca e i lingotti d'oro sono al sicuro dentro al sofà.


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