sabato 25 ottobre 2008

AC/DC in Excel

La prima volta che ho incontrato la ASCII Art è stato nel '75 o '76. Ero con una classe del mio liceo al CNUCE di Pisa, per una visita che doveva servire ad orientare i futuri maturandi nelle prossime scelte universitarie. Ci faceva da cicerone l'ottimo professor Andronico, che raccontò anche la storia della CEP, la Calcolatrice Elettronica Pisana, dal suggerimento di Enrico Fermi a fare investimenti nell' 'informatica' che stava cominciando a prender campo negli Stati Uniti, ai problemi di gestione e manutenzione del 'bestione' tutto valvole da accudire giorno e notte per averne un funzionamento corretto.

Ci fu, all'improvviso, un affollamento di studenti intorno alla scrivania di uno dei ricercatori, un tranquillo e maturo omone con gli occhiali, che aveva appeso alla parete vicina un poster che da lontano si capiva essere la testa di Marilyn Monroe, ma da vicino era semplicemente un comune foglio a lettura facilitata, quelli a 'fisarmonica' che si usavano per le stampanti ad aghi, ricoperto di innumerevoli caratteri che, da vicino appunto, sembravano messi semplicemente a caso.

Il tecnico tolse, per qualche minuto, la platea al prof. Andronico spiegando come, con un loro 'macchinario' riuscissero a 'leggere' una fotografia e trasformarla in una serie di segnetti che, visti da opportuna distanza, sembravano una riproduzione ingrandita della foto stessa. Era solo un giochetto, spiegò un po' imbarazzato, che si erano divertiti a fare scrivendo un 'programmino' semplice semplice.
Una delle studentesse più spigliate e carine, che per caso aveva con se una foto tessera, riuscì a strappargli la promessa di farsi mandare a scuola l'elaborato in caratteri ASCII realizzato dalla sua foto, suscitando l'invidia di compagni e compagne di classe.

Trovo, stamani, una evoluzione decisamente bizzarra: un video degli AC/DC realizzato in ASCII art interamente in un foglio Excel. Qui il link per scaricarlo.

mercoledì 22 ottobre 2008

I Carabinieri in piazza

C'è a Siena, fra la Fortezza medicea e le case di via Montanini, un ampio spazio, quasi una piazza, La Lizza, che cinquecento anni fa era zona dedicata a esercitazioni equestri. Il nome è rimasto, l'area è stata trasformata, dalla fine del '700, in spazio verde.
La si dice giardino, ma è una grande superficie diseguale, con qualche aiuola ben tenuta, un Garibaldi a cavallo, un cavallo senza Garibaldi, una pozza d'acqua dove si fan vivacchiare dei cigni, una giostra per bambini.
Altre aiuole, ancorché a circondare alberi, d'alto fusto e ancora vivi malgrado le poche cure, hanno a delimitarle ciottoli porosi e diseguali, stile anni cinquanta, ed erbette, verdi con sforzo, e rade rade come una calvizie non mai curata.
Il passeggio pedonale, ampio, è a bitorzoli e buche, mai ben ripianato, e negli spazi più ampi serve talvolta quale luogo di ricovero per una pista di pattinaggio sul ghiaccio oppure per uno o più tendoni di plastica, igienicissima ed orribile, che ospitano iniziative di varia natura.
Su questo terreno lasciato a se stesso, una manciata di ghiaino, sparsa con notevole parsimonia ed in maniera diseguale, dà fastidio al camminare e ricopre qua e là il suolo, nudo e povero, di tutto il giardino.
Le panchine, una volta luogo d'incontro di mamme e poi di 'tate' adesso sostengono gruppetti di ultrasettantenni ma, più spesso, di individui delle etnie più diverse. Persone pacifiche, si badi, ma da tener d'occhio.
Quando poi c'è il mercato settimanale, come stamani, la zona si vivacizza di uomini e donne che, lesti lesti, passano su e giù con borsine di plastica colorate e la zona, proprio a ridosso di una parte della distesa di bancarelle, mette la sua verzurosa ospitalità a servizio di chi, anziano, deve tornarsene a casa facendo un paio di tappe per riprendere il fiato.

Osservavo tutto questo, stamani, mentre aspettavo che un'auto arrivasse a riprendere me e un collega di ritorno da un appuntamento commerciale.
M. se ne stava, come d'uso, attaccato al telefono; io mi beavo invece del sole e del tepore quasi marzolino, che mi faceva a volte anche sudare, bilanciandomi la borsa con il portatile da un braccio all'altro e guardando, appunto, cosa mi stava succedendo intorno.
Accanto a me e alle mie spalle, in un'ampia spianata pedonale, quattro o cinque auto se ne stavano parcheggiate a loro agio (solo una, blu e vistosa, aveva, forse per la vergogna, i lampeggianti accesi), ma nessuna di queste ha interessato un vigile urbano che, solerte, si è fatto tutto il percorso a piedi, avanti e indietro, senza dare il minimo riscontro alle palesi infrazioni, ma si sa, quando è giorno di mercato, si tollera.
Alla mia sinistra donnette, vecchietti, bambini spinti su passeggini, giovani donne, passavano in fretta in mezzo alla strada, per arrivare alla zona del mercato o ritornandone, incuranti del traffico intenso di auto ed autobus, che lì fanno capo numerosi, e bloccando lo scorrere degli automezzi più e più volte e a lungo, spandendosi nel percorso più breve tra la zona pedonale e l'area del mercato, in un punto dove non ci sono attraversamenti pedonali perché c'è un comodo sottopasso che però usano solo certi individui di malcerta origine e chi deve fare i biglietti in una biglietteria sprofondata proprio lì sotto. Il vigile passa e neppure guarda tanto, si sa, è giorno di mercato, si deve essere tolleranti.
Sulle panchine, proprio di fronte a me, aldilà della strada e all'inizio de La Lizza, osservo sedute tranquille tranquille diverse ragazze (dell'Est?) ed altri gruppetti di giovani magri e castani. Mi volto ancora, per guardare cosa c'è tra le panchine alla mia destra, chi siede o passeggia, e vedo uno spettacolo curioso.

Una utilitaria, nera, col 112 bene in evidenza e due carabinieri a bordo, è all'interno del giardino, sui larghi viali pedonali. Ma che fanno? Li seguo per un po' con lo sguardo: si muovono da una panchina all'altra, in auto (ma non è una zona pedonale?) si fermano e, senza neppure scendere, chiedono i documenti alle persone lì sedute, che di buona grazia glieli porgono; scorgo un parlare (ad una radiotrasmittente, forse), un restituire via via i documenti; finiti i riscontri l'auto, lenta lenta, si muove verso la panchina successiva: stessa scena e così avanti, fino a fare un ampio giro sui vialetti quasi ghiaiosi del giardino. Attiro l'attenzione dei colleghi sulla strana operazione e ci guardiamo, un po' perplessi per questa attività che deve però essere usuale, tanto che nessuna delle persone sedute ha fatto il minimo gesto di meraviglia o di fastidio.
E' vero che su un lato del giardino sorge il palazzo del tribunale e che il mercoledì, giorno di mercato, i borseggi sono numerosi, ma nessuno di noi aveva mai visto questo servizio "porta a porta" "panchina a panchina" che ci è sembrato veramente insolito.

Dove siamo?

sabato 18 ottobre 2008

Umanisti

Non so chi sia Carlo Gricuili, se leggo bene, ma ha scritto il suo nome e una data, 25-11-1995, nella prima pagina di guardia del libro che ho appena aperto. La firma ha degli svolazzi, démodé, sulle due iniziali e si direbbe scritta con una stilografica, ma chi usa più, abitualmente, una stilografica, oggi (a parte il sottoscritto, voglio dire...)?
Mi dà un po' fastidio, nei libri usati che spesso acquisto, trovare i segni degli altri lettori; mia moglie invece li apprezza, l'aria 'vissuta' di un libro, magari sottolineato e annotato, le piace. Io nell'aprire un libro, già letto da qualcuno, non ho sensazioni particolari ma se ci vedo commenti o segni di un qualche tipo, nel maneggiarlo provo lo stesso disagio che proverei nell'essere invitato a bere da un bicchiere già usato da qualcun altro, cosa che non posso assolutamente fare.
Ho riflettuto una frazione di secondo: "Non è possibile, mi sono detto, 1995 non è possibile"; ho chiuso il libro per vederne la copertina: ma sì, è un vecchio Quaderno della Medusa di Mondadori; di quando è? Vado all'ultima pagina: finito di stampare il 12 Febbraio 1935 - anno XIII.
Dunque quel ricciolo chiuso del tre me lo ha fatto scambiare per un nove: ma come fa, questo libro che ha quindi 73 anni, ad essere così ben conservato che lo diresti nuovo?
Dipende dalla carta: oggi non fanno più la carta di una volta e non è un pensiero nostalgico ma una semplice constatazione tecnica. La carta della 'Medusa' è spettacolare, l'ho verificato andando in giro tra i nostri scaffali dove ho trovato altri volumetti altrettanto vecchi e ben conservati. Non 'sfarina', non ingiallisce, non perde scagliette di materiale. E la rilegatura, anche se con la copertina in semplice cartoncino, ha le pagine cucite, non si apre, la colla della rilegatura non è indurita né diventata friabile col tempo. Veramente un bel prodotto, i caratteri, eleganti, sono stampati nitidamente in una pagina con abbondanti margini; nel caso in esame ci sono addirittura stampe monocrome fuori testo.


Il libro in questione è l'Erasmo da Rotterdam di Stefan Zweig, storia della vita e delle idee dell'umanista più attivo, dello scrittore più prolifico e pubblicato del suo tempo, dell'uomo mite e aperto al concetto di 'cittadino del mondo' e contrario a estremismi, fanatismi e partigianerie, politiche, filosofiche o morali che fossero.
E lo scrittore austriaco, già pacifista nel periodo della prima guerra mondiale, transfuga prima dello scoppiare della seconda, autore di numerose raccolte di racconti e di famose quanto dimenticate biografie, che come il suo personaggio fu anche lui artista, partecipe sì a tutto ciò che è umano e difensore del libero pensiero, 'mediatore e chiarificatore, uomo della misura e della conciliazione', temé però, alla fine, che il male avrebbe prevalso senz'altro, e si tolse la vita, esule in Brasile, nel 1942.
La Storia, invece, prese un'altra piega; et portae Inferi non prevalebunt, come recita anche, tutte le mattine, la testata di un noto quotidiano.

mercoledì 15 ottobre 2008

L'uomo al balcone

Anni fa mi sono imbattuto in un curioso sito web statunitense il cui scopo era quello di americanizzare i nomi dei personaggi dei classici della letteratura russa.
C'erano, on-line e da scaricare, alcune traduzioni in inglese dei romanzi di Tolstoj, di Dostoevskj, di Gogol; c'era poi un curioso programmino di 'utilità' che consentiva di modificare, nel testo, l'originale nome russo (che so, Rodion Romanovic Raskolnikov) in un più familiare nome americano, diciamo James Jameson.
Mi sembrò una cosa bizzarramente inutile: il suono del nome di un personaggio, il 'segno' che lo rappresenta hanno un importante peso evocativo nella lettura: perché chiamare James uno che l'autore ha chiamato Rodion?

Mi sono ricordato del sito americano leggendo da qualche sera un libro di una coppia svedese, Maj Sjöwall e Per Wahlöö, L'uomo al balcone, un libro giallo Garzanti del '73 che ho scovato nella libreria che abbiamo nell'ingresso, in uno scaffale poco frequentato, adibito a raccogliere libri che riteniamo di minor pregio letterario: non lo avevo neppure mai visto.
Il libro è certamente godibile anche se, scritto nel '67, descrive un ambiente e una vita che ci è ormai lontana.
Ho scoperto che c'è attualmente una certa attenzione sulla produzione giallistica del nord Europa (oltre la coppia suddetta, di cui è sopravvissuta solo la signora Maj che era a Mantova qualche settimana fa, ad es. Jo Nesbo, Håkan Nesser, Leiff GW Persson, Anne Holt, l'islandese Arnaldur Indridason...) e quindi la mia lettura, pur casuale, è sicuramente 'alla moda'.
Mi ha creato qualche problema leggere i nomi, svedesi, dei personaggi e dei luoghi dell'azione.
Se si esclude l'ispettore capo Martin Beck (che potrebbe avere un nome britannico) ho avuto per tutta la lettura una certa difficoltà a ricordare a quale personaggio che entrava in scena appartenesse quel nome o se la via o il quartiere a cui si faceva riferimento erano già stati citati precedentemente nel racconto. (Gunvald Larsson, Fridhemsplan, Hornsgatan, Skärmarbrink, Västberga Allé, ...)
E' un sintomo di invecchiamento cerebrale o solo la mancanza di familiarità con questa tipologia di nomi?

lunedì 13 ottobre 2008

Tempus edax rerum

Di tanto in tanto sposto qualche libro di informatica, reso inutile dal passare del tempo, in uno scaffale in cantina. E' un'operazione che faccio di rado: ho sempre bisogno di avere sott'occhio le cose che uso o di cui credo che potrei aver bisogno.
Come si vede scorrendo i titoli, è difficile che mi capiti di doverli consultare ancora. E allora, ecco la dolorosa decisione di farli sprofondare nell'anticamera dell'oblio.

domenica 12 ottobre 2008

Vladimir Komarov


Il 12 Ottobre 1964 i Sovietici lanciarono la Voskhod, a bordo il comandante Vladimir Komarov, l'ingegnere Konstantin Feoktistov ed il medico Boris Yegorov.
Ancora una volta, come risposta al programma di volo Gemini americano con due astronauti a bordo (pochi mesi prima c'era stato il lancio di prova di Gemini 1 senza equipaggio), il lancio ebbe un notevole impatto internazionale (tra l'altro, fu durante il volo che Nikita Khrushchev fu rimosso dall'incarico di Segretario del Partito Comunista Sovietico).
La missione, di 16 orbite, durò 24 ore, abbreviata forse per i motivi politici detti, forse per la notevole scomodità della navicella, una Vostok modificata e privata dei sedili eiettabili, ma con paracaduti di atterraggio affiancati da un nuovo razzo frenante a propellente solido.
Komarov morì nel suo secondo volo, il 24 aprile del 1967, sulla Soyuz 1, che al rientro si schiantò al suolo perché non si aprirono i paracadute automatici e neppure quelli di riserva.

Il gregge

sabato 11 ottobre 2008

Meditrinàlia

Si festeggiava oggi, a.d. V Idus Octobres, nell'antica Roma, il vino novello. Il vino vecchio e quello nuovo venivano bevuti durante una cerimonia religiosa, di cui ci parla Marco Terenzio Varrone nel De lingua latina. Il nome della festa, dice Varrone, potrebbe derivare dallo stesso verbo 'mederi', medicare, curare, piuttosto che da una ipotetica dea 'Meditrina'. Ci riporta ancora Varrone che chi libava usava ripetere:

Novum vetus vinum bibo
novo veteri morbo medeor.

come dire:

Nòvo e vecchio vino bévo,
Vecchio e nòvo male lèvo.

Apollo 7

Walter Schirra, Donn Eisele e Walter Cunningham partirono, l'11 Ottobre di quello storico anno 1968, per provare, per la prima volta, le fasi di aggancio tra una navicella Apollo ed il modulo di allunaggio, in previsione della future missioni lunari.
La missione seguiva quella dell'Apollo 1, mai realizzata a causa dell'incendio che causò la morte di Virgil Grissom, Edward White e Roger Chaffee.

venerdì 10 ottobre 2008

Ancora ALT TAB

Questa settimana ho trovato una classe intera che si meravigliava del mio passare velocemente da una applicazione ad un'altra di Windows senza usare il mouse.
Ma è possibile che l'ALT-TAB sia un oggetto completamente sconosciuto?

mercoledì 8 ottobre 2008

Un buon giudizio

Una giovane donna, allieva di un corso di formazione che abbiamo organizzato per una multinazionale della moda a partire dalla scorsa settimana, nella scheda di Customer Satisfaction ha espresso su di me un commento che mi ha fatto molto piacere.
Le schede vengono compilate anonimamente e restituite chiuse, ma è stata l'ultima del gruppo a consegnarmela e, quando le ho controllate, me ne sono ricordato. Ne approfitto per ringraziarla.

martedì 7 ottobre 2008

Inflazione di Ottobre

Questo mese i Kinder délice sono aumentati di 20 centesimi: 2,80 euro contro i 2,60 euro del mese di Settembre. Aumento del 7,7% mensile.
Ad Agosto il prezzo dello stesso prodotto era di 2,40, quindi a Settembre era aumentato dell' 8,3% mensile.
La tendenza sta migliorando, dunque.

Chissà se Mister Prezzi fa ogni tanto una pausa per mangiarsi una merendina, forse no, sennò se ne sarebbe accorto e avrebbe fatto un bel rabbuffo alla Grande Distribuzione.
(Il caffé è passato da 3.60 a 3.90, dallo scorso inizio di Settembre all'inizio di Ottobre. Anche in questo caso l' aumento mensile è stato dell' 8,3%.)

Vogliamo tentare di fare un calcolo sull'aumento annuo tendenziale?

sabato 4 ottobre 2008

Siena: il buco del Diavolo


Fra' Silvano da Voragine racconta ai suoi confratelli ed elettori di come, svegliatosi all'improvviso una notte, avesse trovato che il Diavolo aveva fatto un 'buco' di più di cento milioni di grossi nella loro santa istituzione.

Notizie, commenti e rassegna stampa.


Immagine: Jacobus de Voragine predica. Da un manoscritto del 14° sec. della Biblioteca Nazionale Francese. Fonte

Fate come il Papa

giovedì 2 ottobre 2008

Segnalibri

L'idea l'ha avuta mia moglie cinque o sei anni fa. Mi chiese, vedendomi giocherellare con Publisher, se potevo farle qualche segnalibro semplice semplice: dei motti, in latino o greco, da stampare su cartoncino colorato, magari con il bordo fatto con una greca o qualcosa del genere. Mi segnalò qualche frase che voleva riprodotta, stampai il tutto e usammo quei segnalibri, robusti ma non particolarmente attraenti, per il semplice scopo per cui erano fatti.

In casa di segnalibri ce ne sono sempre stati in buon numero e di diverse fogge; un paio di anni fa, dopo aver iniziato questo blog, mi venne l'idea di fare dei segnalibri 'promozionali' impaginando l'immagine del dr. Iccapot; ne ho stampate alcune copie e le ho regalate a qualche amico.
In seguito ho cominciato a usare altri soggetti, di solito dei particolari di qualche quadro, completando il tutto con un motto, non necessariamente libresco, e stampando, oltre al recto, anche un verso, in genere parti di copertine di vecchi libri con l'effetto 'marmorizzato' che trovo abbastanza gradevole. Da qualche giorno ho aggiunto al tutto una piccola perversione: oltre ad una taglierina che mi serve a velocizzare il lavoro, ho acquistato, per qualche decina di euro, anche una plastificatrice e adesso potrei metter su una produzione 'industriale' di segnalibri.
L'ultimo prodotto che ho realizzato, per un amico ricercatore universitario grande estimatore di Morselli e amante di Proust, ha come soggetto, per l'appunto, lo scrittore francese.
Naturalmente i miei 'manufatti' sono veramente semplici, visto che sono pressoché sprovvisto di capacità e sensibilità artistiche di qualunque tipo né so usare strumenti di grafica; ma tutto questo è un buon modo per divertirsi.


Le frasi da usare, se non se ne hanno sottomano, si possono trovare in:

Fumagalli, Chi l'ha detto?, Hoepli (consultabile anche tra i libri di Google)
Persichetti, Dizionario di Pensieri e Sentenze, Paravia
Tosi, Dizionario delle sentenze latine e greche, Garzanti.

Se qualcuno fosse interessato, ho archiviato alcune pagine di segnalibri in formato PDF su Scribd; per scaricarli è necessario iscriversi, ma il servizio è gratuito.

Il mio profilo

Orso Yoghi

50 anni oggi: un altro personaggio che invecchia...