domenica 29 aprile 2007

Bando alla tirchieria

Quando la signora Roberta mi mise davanti tre matassine di filo di stagno per saldature di diverse dimensioni, dicendomene i prezzi, rimasi incerto su quale comprare. "E quello lì dietro, quanto costa?" le chiesi indicando un rocchetto sullo scaffale alle sue spalle. "Questo viene diecimila lire, è conveniente, se uno deve saldare molto...". Il senso della frase, mi conosceva come habitué del suo negozio di elettronica, era "Butti via i soldi, quando mai lo userai tutto?". Naturalmente optai per il rocchetto. In realtà poi lo usai ben poco: cominciai a lavorare con le 'breadboard' per fare qualche prototipo di circuito logico, da riproporre durante le lezioni di Laboratorio di Misure Elettroniche in un Istituto dove ero stato nominato supplente annuale. In seguito l'informatica prese il posto dell'elettronica, come hobby e come lavoro.
Oggi, a Follonica, a casa di mia madre, ho avuto a che fare con un cavo TV con un falso contatto; il solito cavetto pressofuso che, dopo che hai spostato la TV un paio di volte, si rompe. Da qualche parte dovrei avere un saldatore rapido, ho pensato. Cercando in cantina, ho trovato il saldatore e, sì, il famoso rocchetto di filo di stagno acquistato più di venti anni fa; un buon investimento: ho rimesso in funzione il cavo TV.

sabato 28 aprile 2007

Silenzio, si legge!

Leggo sui giornali, alcuni frequentatori me lo avevano già raccontato, che nella Biblioteca degli Intronati di Siena sono state attrezzate delle zone dove vengono portati gruppi di bambini, quasi si trattasse di una ludoteca.
Mi è stato anche riferito del fastidio che questa presenza, rumorosa, dà a chi è lì per studiare, per leggere, in silenzio.
Sì, perché nelle biblioteche si legge nel silenzio e 'in silenzio', cioè non ad alta voce, ovviamente.
Questo nostro modo di fare non ci stupisce certo, ma non è sempre stato così: infatti la lettura 'in silenzio' sorprese notevolmente Agostino di Ippona (354-430) quando, in visita al vescovo di Milano, Ambrogio (339-397), si accorse, con meraviglia, che il sant'uomo praticava questa attività intellettuale non ad alta voce, come facevano, e da sempre, tutti quelli che sapevano leggere, ma in silenzio.
" [Ambrogio] leggeva scorrendo le pagine con gli occhi, il cuore intento a penetrare il senso, mentre voce e lingua riposavano. Spesso eravamo presenti (a nessuno era proibito entrare e non c'era l'uso di farsi annunciare) e lo vedevamo leggere in silenzio, mai in altro modo."
(Le confessioni, VI, 3.3)

venerdì 27 aprile 2007

Chinotto

Ho colto un chinotto, ormai maturo, dal cespuglio in vaso che da un anno circa tengo nel mio giardinetto insieme ad altri agrumi. Ha una buccia molto rugosa ed un gradevole, intenso profumo amaro. Fino a poco tempo fa il chinotto lo conoscevo solo come bibita gassata.

giovedì 26 aprile 2007

Mandarino Cinese

Solo per inversione del titolo del post precedente, mi viene in mente che Freud (1856-1939) cita Balzac (1799-1850) che, nel suo Le Père Goriot, parla del Mandarino cinese di Rousseau (1712-1778).
In realtà sembra trattarsi di una falsa citazione (quella che fa Balzac), comunque, ci si chiede cosa si farebbe se, senza correre alcun rischio di essere scoperti, si potesse uccidere, con un semplice atto di volontà, comodamente da casa propria e con grande vantaggio economico, un vecchio e sconosciuto Mandarino cinese. L'autore sottintende che non scommetterebbe sulla vita del dignitario.
‘Tuer son mandarin’ diventa una frase che descrive molto bene l'atteggiamento cinico che oltrepassa molto l'utilitaristico 'Mors tua, vita mea'.

martedì 24 aprile 2007

Cinese mandarino


Quando l'editore Wiley decide di pubblicare un nuovo titolo nella collana 'For Dummies' vuol dire che l'argomento trattato ha ormai una diffusione larghissima.

domenica 22 aprile 2007

Scritture


Finalmente un Papa che scrive di religione.
Il libro, uscito il 16 Aprile, è già tra i saldi.

mercoledì 18 aprile 2007

Madri e figlie

Il primo incontro con il Made in China l’ho avuto poco più di otto anni fa. Una consegna di PC Compaq non voleva saperne di configurarsi in rete. Dopo i test software di routine, e dopo che il responsabile dell’assistenza tecnica della nostra azienda ebbe verificato e riverificato il tutto, senza venirne a capo, decidemmo di smontare, pezzo per pezzo, le schede di un PC e sostituirle, una per volta, con quelle di uno dello stesso modello, un po’ più vecchio ma funzionante.

Il lavoro, paziente, dette i suoi risultati: una daughter-board nel nuovo PC non funzionava, nel vecchio, sì. E così per tutti i nuovi PC consegnati.

Le schede-figlie, ad un esame attento, erano assolutamente identiche tra loro; come era possibile una cosa del genere? Poi la nostra attenzione fu attirata da un particolare che ci era sfuggito: le vecchie schede riportavano, serigrafata, la dicitura: “Made in Singapore”, a cui eravamo abituati da tempo; le nuove schede, invece, erano “Made in China”. Ci facemmo sostituire da Compaq tutte le daughter-board.

martedì 17 aprile 2007

Sante reliquie

Parlava stasera a cena, mia moglie, di santi. Il discorso, lungo, è partito dai protomartiri francescani, passando per il non ancora santo Antonio da Padova, per arrivare a S. Francesco d'Assisi (1182-1226).
Nel 1818, all'inizio della Restaurazione - mi ha raccontato - la Chiesa aveva ripreso ad interessarsi di S. Francesco e ci si era accorti che, dopo una prolungata serie di opere per proteggerne il corpo dai furti, la muratura completa ordinata da papa Sisto V (1476) e altri interventi di cementificazione della zona attorno alla sepoltura, si era persa traccia dei resti del Santo, da sempre presenti nella chiesa stessa. Pio VII aveva ordinato di effettuare degli scavi, tra le aggiunte e i consolidamenti, per rintracciare la bara (o meglio, il sarcofago). Per una cinquantina di giorni, narrano le cronache, i lavori erano andati avanti in gran segreto e di notte, per arrivare poi al ritrovamento l'8 dicembre.

Per accertarsi di aver rinvenuto proprio le reliquie del Santo, il sarcofago era stato aperto alla presenza di numerosi testimoni. Tra la meraviglia degli astanti, il corpo si era presentato con le fattezze ben riconoscibili del piccolo frate (fu misurato: un metro e mezzo). Come si sente raccontare in casi simili, in poche ore, a contatto con l'aria, gran parte del corpo si era polverizzato, lasciando al posto del Santo la sola tunica a ricoprirne il cranio, qualche costola e il bacino. La chiesa autorizzò il prelievo soltanto delle polveri come reliquie, provvedendo poi a far richiudere il tutto. Nella bara, dicono i testimoni, c'erano anche le pantofole di lana e feltro, fatte da S. Chiara, qualche anello, pochi spiccioli, dei grani di rosario ed un corno lavorato, dono del Sultano d'Egitto, (Francesco, per un paio di mesi in Terrasanta nel 1219, aveva avuto modo d'incontrare al-Kamil). Il santo avrebbe poi usato il corno da caccia, in avorio e argento, per farne un 'richiamo' per i fedeli in occasione delle sue prediche.

Per rimanere in tema ho raccontato anche io la mia storia di 'reliquie':
La mia notizia non è dell'Ottocento, ma è stata pubblicata recentemente da Nature
L'autorevole fonte riferisce che i resti di Giovanna d'Arco (1412-1431), proclamata santa da Papa Benedetto XV nel 1920, sono stati sottoposti ad una serie di analisi, tra cui un curioso esame 'olfattivo' che ha visto come analisti due celebri 'nasi' francesi, due esperti cioè che lavorano in aziende che producono profumi e per le quali selezionano le nuove fragranze che vengono create.
L'esame olfattivo, a cui i resti sono stati sottoposti senza specificare di quale tipo di oggetto si trattasse, ha dato uno strano risultato: odore di gesso bruciato e di vaniglia, difficilmente compatibile con le cause della morte. Giovanna d'Arco, lo sappiamo, è stata bruciata, e per ben tre volte, perché alcune pa
rti del suo corpo non ne volevano sapere di essere distrutte dal fuoco (si gridò al miracolo); l'odore di vaniglia invece è tipico di una normale decomposizione.
Esami con il carbonio 14 e con lo spettrometria di massa hanno dato una indicazione che ha fornito agli studiosi una risposta precisa: quelle che venivano ritenute le reliquie della Pulzella d'Orleans non erano altro che i resti di una mummia egizia del 3° o 6° secolo avanti Cristo, e di un gatto imbalsamato insieme alla mummia.

lunedì 16 aprile 2007

Parabole


Da qualche giorno sto leggendo Parabole della luce solare (Editori Riuniti, 1992) di Rudolf Arnheim. E' una raccolta di 'images raisonées' dai taccuini dell'autore tra il 1950 e il 1986.
Berlinese di nascita (1904), teorico dell'arte, di filmografia, seguace ed esponente della Psicologia della Gestalt, nel 1940 emigrò in America.
Ho scoperto oggi che è ancora vivo; la cosa mi ha sorpreso: non per la sua età, ma perché sto leggendo un libro di un autore vivente, il che mi succede di rado.

mercoledì 11 aprile 2007

Bilance e Stadere


Quando Daniele viene chiamato a spiegare al re Belsasar il significato delle parole scritte da una mano misteriosa sulla parete della sala dei banchetti, "MANE TEKEL FARES ", il profeta dice che TEKEL vuol dire "sei stato pesato sulla bilancia e sei stato trovato mancante". Questo, secondo la Bibbia in italiano.
Ugualmente secondo l'inglese Bibbia di re Giacomo (TEKEL;Thou art weighed in the balances, and art found wanting)
La Vulgata del più 'Ciceroniano che Cristiano' San Gerolamo (347-420), il primo grande filologo, riporta invece: "Thecel: appensus es in statera et inventus es minus abens'" cioè: "sei stato appeso su una stadera...etc"

La bilancia non è una stadera.
La bilancia ha due piatti, su uno si mettono i pesi, sull'altro si mette l'oggetto da pesare. Si sospende la bilancia per il fulcro, che è al centro, e si aggiungono o tolgono pesi fino a quando l'ago di 'fede' non è perfettamente verticale. Il peso dell'oggetto si determina quindi verificando la somma dei pesi che sono stati messi in uno dei piatti.
La stadera, invece, ha un piatto od un gancio, su cui viene posto l'oggetto da pesare, ed un lungo braccio, lo stilo, su cui si fa scorrere un peso, il 'romano'. Si sposta il 'romano' lungo lo stilo finché, ancora una volta, l'ago di 'fede' rimane perfettamente verticale.

Il peso dell'oggetto si legge sulla scala graduata, incisa lungo lo stilo, nella posizione in cui il 'romano' è stato fatto scorrere per determinare la posizione di equilibrio.
Mi incuriosisce: San Girolamo, traducendo dalle fonti, aveva latinizzato in 'stater' il termine greco o chi ha tradotto non conosce la differenza tra i due oggetti, e si è lasciato trascinare dalla bilancia, che già l'egizio dio Tot usava per il peso delle anime, che i Greci utilizzavano per valutare il destino degli uomini e che nell'iconografia cristiana compare tra le mani dell'Arcangelo Michele?


domenica 8 aprile 2007

La Carne e lo Spirito


Domenica di Pasqua.
Da Rete Toscana Classica, (FM 97.50 MHz) l'Oratorio di Pasqua (BWV 249) di Bach; dalla cucina l'odore degli arrosti.

venerdì 6 aprile 2007

Nodi e Cravatte

Sembra ci siano decine e decine di nodi di cravatta diversi (Villarosa e Mosconi - I 188 modi di annodare la cravatta).
Io uso il classico nodo all'inglese.


Per ulteriori informazioni, in rete c'è il sito di Johann Caspar Isemer.

Pulizie di Pasqua


La sorpresa, stamani, appena usciti, è stata quella di trovarsi l'auto coperta di fili d'erba, rametti e sassi.
Nel quartiere di San Miniato, a Siena, alcuni anonimi giardinieri in tuta bianca passano per le aiuole a tagliare le erbacce con i decespugliatori: operazione meritoria se non fosse che, come succede sempre, nessuno si degna di avvertirci dello svolgersi dell'attività, cosicché non possiamo mettere "in salvo" le nostre auto.
La fatica sarebbe poca, basterebbe che venissero messi, qua e là dei cartelli di avviso, come viene già fatto quando, una volta al mese, passano i mezzi per la pulizia delle strade (si sa, a San Miniato non siamo mica persone sporche, una pulitina ogni trenta giorni è sufficiente...).

A nulla sono valse, finora, le lettere di protesta agli uffici competenti, al quartiere, all'assessorato.

Stamani allora ho fatto delle foto e poi ho telefonato ai Vigili Urbani. Una voce femminile (che sì, mi ha chiesto il nome e che, no, non si è qualificata) mi ha risposto, piuttosto scocciata che, insomma, lo fanno per noi, "per evitarvi di dover perdere i posti macchina" (sic!).

Non sarebbe ora che tutti i danneggiati sporgessero denuncia chiedendo il rimborso dei danni subiti all'Amministrazione Comunale?

mercoledì 4 aprile 2007

Mappare un dandy

Le mappe concettuali sono degli strumenti preziosi; ho provato ad usarne una minimalista per raccontare alcune cose di George Brummel (1778-1840), "il" dandy.

martedì 3 aprile 2007

Multiuso CyberPunk

Attaccato al collo della bottiglia di un noto amaro, comprato qualche settimana fa, pendeva un contenitore nero: sarà, abbiamo pensato, il solito gadget elettronico cinese, inutile e per giunta malfunzionante. La bottiglia è rimasta abbandonata per un pò, poi domenica scorsa l'abbiamo aperta; ho smontato il collarino di plastica che teneva il gadget e l'ho annusato. "E' cinese" ho confermato con quel tono da esperto che hanno i sommellier e l'espressione di un lagotto che sgrufola un tartufo: l'odore della plastica cinese è per me inconfondibile. Invece di una miniradiolina, dal contenitore è uscito incredibilmente un curioso utensile multiuso, tipo "coltellino svizzero", per intenderci. In famiglia è nota la mia totale inettitudine di 'bricoleur', e quindi ho archiviato l'oggetto in uno dei tanti cassetti di 'inutilities' che si riempiono con le cose che non si ha voglia di buttare.

L'altra sera mi è passato per le mani un vecchio numero di Make, uno dei giornaletti preferiti dagli amanti del fai-da-te (è pieno di bizzarre 'americanate'); sfogliavo le pagine senza cercare nulla di preciso, quando ha attirato la mia attenzione il nome dell'autore di un 'fondo', Bruce Sterling (sì, proprio l'autore cyberpunk di Schismatrix, The difference Engine e dell'ultimo The Zenit Angle).

Ma che c'entra Bruce Sterling col bricolage? Forse è anche lui un fanatico del fai-da-te? Ho letto l'articolo, parla di coltelli svizzeri e cita anche un particolare utensile multiuso, realizzato da Tim Leatherman: a fianco dell'articolo vedo il disegno: ma sì, sembra proprio il mio aggeggio cinese!

Ho abbandonato la lettura per riesumarlo dal cassetto dove era stato abbandonato per l'eternità. E' vero, somiglia moltissimo a un Leatherman ma...non ha alcuna punzonatura sulla pinza. La custodia di plastica, poi, è ben rifinita e, non lo avevo notato, ha una linguetta con il glifo di Ferrino. Ho scoperto che Ferrino produce attrezzature per campeggiatori ed alpinisti da più di centotrenta anni ed ha in catalogo un attrezzo multiuso per i ciclisti simile al mio, dotato però di molte più opzioni.

La pinza-coltello-cavatappi-foralattine si è improvvisamente rivalutata ai miei occhi...e ho deciso di tenerla in borsa, con il computer e le altre cose essenziali per la sopravvivenza tecnologica (ombrello, penne, lapis, temperamatite, cavi di rete, pennine USB, lettore MP3, qualche for Dummies) perché nella vita non si sa mai... Mi resta da capire perché Bruce Sterling scrive su Make. Sarà perché, oltre ad essere uno scrittore, è anche insegnante di Design?

Un'ultima osservazione: in chiusura d'articolo Sterling nota che, a causa delle nuove normative sul volo aereo, tutti gli attrezzi multifunzione vengono sequestrati, per paura che un fora-lattine o un limaunghie facciano cadere un aereo su un grattacielo. Il governo americano li sta ora rivendendo su e-bay a prezzi particolarmente convenienti.


lunedì 2 aprile 2007

Cavalieri di Vittorio Veneto

Mio nonno non ci avrebbe trovato nulla da ridere; era un ometto molto serio e poco incline all’umorismo; e quando dico ‘ometto’ so quello che dico: era infatti poco più alto del Re (Vittorio Emanuele III, s’intende) e per questo gli era toccato fare il militare. Classe ’89 (1889), la Prima Guerra mondiale se l’è fatta tutta, nel modo sporco e sanguinoso in cui l’hanno fatta altre migliaia di fanti. Riportata a casa la pelle, dal Carso e dalle pallottole e dalle granate e dalle cannonate di tutti quelli che ci sparavano addosso, e a cui rispondevamo con scariche di pallottole, granate e cannonate, se oggi fosse ancora vivo potrebbe godere, oltre che della Croce di Cavaliere di Vittorio Veneto, (che gli fu assegnata per la legge 18 marzo 1968, n. 263, cioè per essere sopravvissuto), anche di una bella riduzione di prezzo sul servizio autotranviario di Siena.
Nella pubblicità, ed anche sul sito, di
TRAIN Spa si legge, in bella evidenza, degli sconti sugli abbonamenti a cui hanno diritto i Cavalieri di Vittorio Veneto. Negli occhi di tanti vecchi, già così facilmente portati a inumidirsi per un ricordo, un dispiacere o una gioia inaspettata, brillerebbe sicuramente una lacrima al pensiero di questo ulteriore, civile riconoscimento alla loro fortuna di reduci.
Che dire, però, del fatto che gli ultimi a fregiarsi di questo nobile Cavalierato, i “ragazzi del ‘99”, oggi dovrebbero avere ben 108 anni? Uno, forse, ancora sopravvive, degno di un documentario televisivo trasmesso lo scorso anno. Ma gli altri beneficiari dove sono ormai più? No, mio nonno non ci avrebbe trovato nulla da ridere in questa inutile iniziativa pubblicizzata dal Train.